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Il preventivo al paziente, cosa dice la legge

Una delle fasi più complesse nella gestione del flusso paziente, attività clinica esclusa, è quella relativa alla stesura del preventivo.
In questo articolo analizziamo cosa riporta la normativa, ovvero partiamo dal principio che il preventivo è obbligatorio riportando quanto cita il D.L. 1/2012 al comma 4 dell’articolo 9, poi integrato con l’entrata in vigore della Legge 124 del 4 agosto 2017, e cita:
“Il compenso per le prestazioni professionali è pattuito, nelle forme previste dall'ordinamento, al momento del conferimento dell'incarico professionale. Il professionista deve rendere noto obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, al cliente il grado di complessità dell'incarico, fornendo tutte le informazioni utili circa gli oneri ipotizzabili dal momento del conferimento fino alla conclusione dell'incarico e deve altresì indicare i dati della polizza assicurativa per i danni provocati nell'esercizio dell'attività professionale. In ogni caso la misura del compenso è previamente resa nota al cliente obbligatoriamente, in forma scritta o digitale, con un preventivo di massima, deve essere adeguata all'importanza dell'opera e va pattuita indicando per le singole prestazioni tutte le voci di costo, comprensive di spese, oneri e contributi.”
Ne nasce pertanto la certezza che il professionista debba redigere un preventivo che successivamente, integrato con tutta la documentazione necessaria allo svolgimento del piano di cura quali consensi informati, immagini, esami, allegati, note, appuntamenti e fatture, diventa il primo passo nella corretta gestione del piano di cura e va a coinvolgere direttamente o indirettamente, tutti gli aspetti del flusso di gestione del paziente.
Un preventivo per una cura, semplice o complessa che sia, deve riportare:

• Il dettaglio delle prestazioni proposte, in alcuni casi potrebbe essere interessante scomporre le prestazioni composte da più fasi per enfatizzare al massimo le attività da volgere e aumentare il percepito da parte del paziente.
• Il prezzo di ogni prestazione.

Ho visto spesso redigere preventivi con una sola voce economica relativa alla globalità delle prestazioni presenti nel piano di cura. Questa pratica rischia di rendere complesse numerose attività che si dovessero rendere necessarie durante lo svolgimento del piano di cura tra le quali:

• Valorizzazione della modifica di una o più prestazioni
• Valorizzazione di nuove prestazioni uguali ad altre già presenti nella cura
• Valorizzazione di prestazioni da eliminare o da svolgere parzialmente
• Identificazione del valore di un contenzioso che intervenga solo su una parte del piano di cura
• Raccolta delle informazioni utili al controllo di gestione
• Imputazione corretta delle quote spettanti ad ogni professionista che interviene nello svolgimento del piano di cura

Tutto questo oltre al fatto che, desidero ripeterlo, la legge cita espressamente di applicare il compenso (o il costo per semplificare) indicandolo “per le singole prestazioni”

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